16 maggio, 2006

Sette anni di Purgatorio


Vittorio Feltri su Libero 16 Mag

Retorica, noia e finti applausi: il comunista Napolitano si insedia al Quirinale
Un bel discorso, un po' inutile come tutti i discorsi ufficiali, però di qualche eleganza formale. Il nostro commento potrebbe terminare qui, invece insistiamo perché preme sottolineare che di questo presidente si potrebbe fare a meno; al suo posto basterebbe una copia di cera, un manichino, una cravatta, insomma un vago segno dell'identità di Giorgio Napolitano tanto per dire: esiste un simbolo capace di rappresentare l'Unità nazionale. Il Parlamento ha fatto la scena. Tutti compunti ad ascoltare con interesse un pistolotto privo di qualsivoglia interesse; le telecamere inquadravano le facce grige dei presenti e sembrava di assistere al primo giorno di scuola, tanti bravi bambini composti nei loro banchi, compresi nella parte di alunni disciplinati. Il capo dello Stato, come ogni direttore didattico o preside, non ha mai sorriso; e ha fatto bene, perché nella circostanza c'era poco da stare allegri. (continuerebbe)