01 maggio, 2006

Adesso basta coi giochetti

Gianluigi Paragone su La Padania del 30 Apr

L’abbiamo votato, ci siamo prestati al giochetto nella speranza che la guerriglia al Senato portasse scompiglio. È passata la nottata e ora si può dire: l’obiettivo era bucare il fronte e impedire l’elezione di Marini. L’abbiamo ciccato. Non solo, non abbiamo fatto neanche una bella figura davanti ai nostri elettori che ci chiedono cambiamento.L’abbiamo votato, l’Andreotti, “violentando” la nostra storia e le nostre idee. Abbiamo mandato giù anche questa... Ma ora basta col credere che i nostri problemi ce li possano risolvere gli altri. Andreotti o l’Uomo Ragno
Giulio Andreotti rappresenta il passato remoto. È lo Stato che è stato. «Voi portatemi la Lega, al resto ci penso io...», aveva detto qualche giorno prima del voto al Senato... Mio nonno in carriola: non ha spostato un voto che fosse uno. Forse era davvero convinto di farcela. Forse era convinto di vantare ancora qualche credito. Niente di tutto questo. Quelli di là si sono fatti i loro giochetti, hanno barattato poltrone e sottopoltrone; al divin Giulio non hanno dato retta neanche i suoi coscritti. La Lega il suo compito (sporco) l’ha fatto. Ora, non chiedeteci più nulla di diverso se non ciò per cui ci impegniamo in politica: il federalismo politico e il federalismo fiscale.
Il pallottoliere dice che abbiamo perso le elezioni. La politica no. C’è una questione settentrionale apertissima che rischieremmo di perdere di vista se ci ostiniamo sui giochetti di una politica rococò. Se la Casa delle Libertà ha ancora un senso - e lo può avere - deve dimostrare che ha un orizzonte politico davanti a sé, altrimenti è nebbia.
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