01 maggio, 2006

D'Alema disgrazia accettabile

Vittorio Feltri su Libero del 1° Mag

Corsa al Quirinale: Silvio non vuole l'ex comunista. Ma forse gli conviene.

Adesso è la volta del Quirinale. Ciampi è in scadenza. Scommetto gli piacerebbe essere confermato, ma pretende siano destra e sinistra a pregarlo di rimanere. Spero non accada. Non ce l'ho coi vecchi, visto che sono più vicino alla terza età che alla seconda e della prima ho solo vaghi ricordi. Ma un ex governatore della Banca d'Italia, già ministro, già presidente del Consiglio e già Capo dello Stato non lo reggo altri sette anni lassù sul Colle. La verità? Reggo ancor meno sua moglie che blatera ogni due per tre, se la prende con la tivù scema, dice che i meridionali sono più intelligenti dei settentrionali. Per favore, risparmiatemi questa pena. Poi Ciampi è un azionista; dio che barba questa sinistra patriottarda e bancaria, luogocomunista e retorica. Cambiamo scenario. Mi rendo conto che silurare l'azionista noioso piacerebbe a Prodi, giustificato così a non soddisfare i diessini (la maggioranza relativa dell'Unione) dopo aver soddisfatto Rifondazione e Margherita. Però bisogna imparare a scegliere il male minore, quando si è all'opposizione.
La Casa delle libertà sbaglierebbe a rivotare il marito di madame Franca allo scopo di congelare la situazione. Vale la pena di congelare e perpetuare una situazione pessima? Berlusconi ha indicato Gianni Letta per la successione di Carlo Azeglio. Nulla da obiettare sulla persona. Ma è improbabile (altamente) che l'ex Ulivo ci stia. Per esso non avrebbe senso approvare la candidatura del suggeritore del Cavaliere. Quindi? I progressisti sono obbligati per questioni di forma a presentare Massimo D'Alema.
(continuerebbe se fosse stato disponibile...)