28 aprile, 2006

Berlusconi: "Mi dimetto dopo il voto" Fi, scoppia il caso Tremonti

Repubblica.it 28 Apr

Il premier conferma: "Eletti i presidenti delle Camereandrò via" e insiste "Ho nuove prove di brogli"BerlusconiIl ministro uscente non sarà capo dei deputati forzisti
"Dopo il voto sui presidenti delle Camere andrò al Quirinale per dimettermi. Ma i vincitori morali delle elezioni siamo noi". Prima in consiglio dei ministri, poi davanti ai nuovi parlamentari di Forza Italia, Silvio Berlusconi si è lasciato andare ad una sorta di commiato. Oggi inizia la XV legislatura e il suo governo sta per esaurirsi. Ma promette battaglia. Ha annunciato "una opposizione durissima", in primo luogo al Senato, e soprattutto ha puntato per l'ennesima volta l'indice contro i presunti brogli.
"Ho tutta una serie di nuove prove documentate", ha detto il premier, che potrebbe esporre le sue rimostranze anche al capo dello Stato: "Le proiezioni del Viminale ci davano in vantaggio di più di 100 mila voti, ma poi tutti quei voti sono scomparsi dai verbali. Dove sono andati a finire?". Il Cavaliere ha convocato mercoledì scorso una riunione ad hoc per esaminare il caso e valutare se rivolgersi alla procura della Repubblica. Anche perché, dicono a Forza Italia, "nelle circoscrizioni estere i voti sarebbero stati addirittura assegnati a caso".
"Siamo un paese da terzo mondo - si è sfogato Berlusconi -. Altro che tutori delle legalità, governerà chi non ha diritto di governare". Al Colle, comunque, si rivolgerà sicuramente il leghista Roberto Calderoli che aveva già bocciato un'interpretazione della legge sul conteggio delle liste singole. A suo giudizio, ci sono stati "errori macroscopici" che imporrebbero a Ciampi di "scendere in campo prima di eleggere i presidenti delle due Camere che sono già in partenza illegittimi".
Il presidente del Consiglio uscente, quindi, è convinto di essere non solo il "vincitore morale" ma anche "il vincitore reale, i numeri sono dalla nostra parte". Gianfranco Fini, davanti ai ministri riuniti a Palazzo Chigi, gliel'ha riconosciuto: "Sei stato un grande condottiero". Il Cavaliere ha ringraziato ma non ha risparmiato una battuta: "Qualcuno non ci ha creduto fino in fondo e qualcuno non ha voluto la riforma della par condicio". Poi ha snocciolato gli ultimi sondaggi: "Se si votasse ora saremmo sei punti avanti, io ho il 60% di gradimento e Forza Italia il 30%". L'obiettivo, dunque, è "chiudere la parentesi di Prodi nel più breve tempo possibile".
Come ha ammonito Fini, "ci sentiamo temporaneamente all'opposizione". Per il capo forzista, "non si può non rendere conto al 50%" e per questo "le giornate di venerdì e sabato (oggi e domani-ndr) saranno fondamentali". E allora tutti i parlamentari dovranno rimanere in aula "dalla mattina alla sera, tanto quelli non riusciranno ad approvare nulla".
Intanto Berlusconi muove i primi passi per riorganizzare il suo partito e la Casa delle libertà. Ha riconfermato i capigruppo a Montecitorio e a Palazzo Madama creando frizione con Giulio Tremonti che sperava di poter succedere a Elio Vito alla guida dei deputati forzisti. Dopo l'estate, poi, Forza Italia verrà chiamata al congresso nazionale straordinario. L'obiettivo resta il partito unico del centrodestra. Un'opzione che sembra aver ottenuto il via libera di Alleanza nazionale ma non quello dei centristi dell'Udc.