Andreotti la sentenza e la Bongiorno
Emanuele Macaluso su Il Foglio 27 Apr
L'avvocato Giulia Bongiorno, neodeputata di An, con un'intervista al Corriere ha replicato alla mia column dedicata a Giulio Andreotti. Io non ho mai detto che l'ex presidente del Consiglio non ha rispettato, anche durante il processo, le istituzioni. Ho detto il contrario. Ma ho anche affermato che la proposta di candidarlo è venuta dal Cavaliere, il quale, di fronte al risultato elettorale proclamato dalla Cassazione, rifiuta di riconoscere il vincitore. Il silenzio di Andreotti su un fatto che intorbida il clima politico alla vigilia delle elezioni dei presidenti del Senato, della Camera e della Repubblica, non è giustificato né giustificabile.
Ancora. La sentenza della Corte d'Appello di Palermo (confermata dalla Cassazione), che io ho definito equivoca e piratesca, la Bongiorno invece la difende: gli va bene ciò che vi è scritto su Andreotti, sul suo rapporto con la mafia sino al 1980. Un rapporto considerato reato di associazione a delinquere, prescritto. Potrei dire: contenta lei, contenti noi. E' la logica avvocatesca, rivendicata come la sola atta a leggere processi e sentenze. Errore. Atti giudiziari come quelli di cui si parla fanno parte della storia politica del paese.
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