Bertinotti detta già l’agenda del governo
Il Riformista 24 aprile 2006
Niente sacrifici, unico taglio a Mediaset
In assenza di una parola certa da parte di Romano Prodi, i vari Eugenio Scalfari e Sergio Romano che tentavano opportunamente di spiegare, e soprattutto di capire, cosa farà o cosa dovrebbe fare il governo unionista nei prossimi cento giorni, hanno avuto finalmente soddisfazione. Solo che a rispondere alle loro sollecitazioni è stato Fausto Bertinotti. Come sostengono loro stessi, gli unionisti una maggioranza ce l’hanno; è robusta alla Camera, flebile al Senato, ma ce l’hanno. Al punto che in privato, a Portofino, persino il Cavaliere avrebbe ammesso ironicamente: «Dureranno cinque anni e forse più: il potere unisce, non divide». Per Prodi, invece, il centrosinistra governerà un lustro sì, ma «non per una questione di potere. Il fatto è che abbiamo vinto le elezioni, e vincendo le elezioni abbiamo il diritto e il dovere di governare. La cosa più importante sarà farlo al servizio e nell’interesse di tutto il Paese». Stabilito “chi” governerà l’Italia, resta però da capire “come” la si governerà. Bertinotti, evidentemente non pago della conquista di Montecitorio, si è messo già a stilare l’agenda del governo. Ospite della trasmissione di Lucia Annunziata, il diabolico Fausto ha parlato più da segretario di Rifondazione comunista che da presidente della Camera, più da capo del governo che da uomo delle istituzioni. Bertinotti ha infatti esternato su tutto lo scibile politico, dai due ministeri che il Prc chiede di guidare, al tentativo di dialogo con Hamas, passando per i posti «importanti» che verranno riconosciuti ai Ds nel governo.
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