Quirinale: Dopo il grande arbitro ci vuole un grande giocatore
Editoriale su Il Riformista 5 Mag
L'Italia uscita dalle urne del 10 aprile, con questa maggioranza politica risicata (e probabilmente precaria), ha bisogno al Quirinale di una figura che non sia solo un arbitro imparziale, ma un abile giocatore. Si è detto che dopo la monarchia berlusconiana, oggi al vertice politico c’è una tetrarchia di presidenti: quelli delle Camere, il capo del governo e il capo dello Stato. Un equilibrio che può diventare instabile e minacciare la governabilità. O, al contrario, trasformarsi in uno di quei paradossali adattamenti del sistema politico che abbondano nella storia d’Italia. Perché ciò avvenga è essenziale che il Colle sia il baricentro di forze potenzialmente centrifughe, possibile solo con un presidente politico di primo piano. Se questo è il progetto, non stiamo parlando di barattare le poltrone né di spartizione, Cencelli alla mano. E’ vero, il secondo partito italiano e primo della coalizione, ha diritto di avere la sua rappresentanza al vertice politico della nuova legislatura. Ma la questione è molto più complessa. E l’ha capita anche Berlusconi il quale ha tre obiettivi di fondo: la fine di quella che chiama «campagna di odio» nei suoi confronti; il ritorno di Mediaset a «patrimonio dell’Italia», come venne dichiarato proprio da D’Alema; un bilanciamento di Prodi del quale si fida meno che degli ex comunisti.
Il Cavaliere più che al metodo Ciampi pensa al metodo Merkel: in sostanza, un negoziato diretto tra i principali partiti. Si tratta di capire quanto possa giocare in proprio e quanto possa presentare ai suoi stessi elettori, dopo aver gridato contro il pericolo rosso, un accordo con “l’odiato nemico”. Chi si fa meno problemi è la Lega la quale si sente più tutelata da D’Alema, nel momento in cui, bocciato al referendum il pasticcio Calderoli, bisognerà mettersi attorno a un tavolo, questa volta tutti insieme, per discutere su come riformare la Costituzione. E così ieri, ventiquattresimo giorno, mese primo, anno primo d.C. (dopo Cavaliere) si è aperta davvero la nuova fase. Adesso si comincia (speriamo) a far politica.
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