Il delirio d'impotenza di Guzzanti
Emanuele Macaluso su Il Riformista 17 Mag
Paolo Guzzanti, sul Giornale, ha scritto un articolo-lettera indirizzato a Giorgio Napolitano commentando il suo discorso al Parlamento con un tono pacato, ma dicendo cose discutibili. Rivolgendosi al presidente, Guzzanti scrive: «Il suo discorso era buono, anzi ottimo, ma non poteva evitare il difetto genetico dell’elezione dimezzata ... Il suo settennato nasce sotto l’egida di mezzo Parlamento, a nome di meno della metà degli italiani, avendo contro l’altra metà». Anzitutto non si capisce perché Napolitano rappresenti «meno della metà degli italiani», se l’Unione che l’ha votato ha ottenuto 26 mila voti in più della Cdl. Mistero.
Ma Guzzanti dimentica che Casini e Fini volevano votare Napolitano, apprezzato apertamente pure da Bondi, da Martino e altri parlamentari di Forza Italia. Ancora oggi Casini e Fini considerano un errore non avere votato il presidente. Il fatto che Berlusconi impose la disciplina di coalizione, anche in vista delle elezioni amministrative, nulla toglie al consenso sostanziale di una parte larga della Cdl. Un consenso ribadito dopo il discorso di ieri. Dire che metà degli italiani saranno «contro» il capo dello Stato è solo un delirio, non di potenza, ma d’impotenza.
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