16 aprile, 2006

Repubblica.it 16 Apr ore 10


Capita anche di essere d'accordo con Tremonti (n.d.b.)

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E' ovvio che a lei dispiaccia, ma questa maggioranza esiste, e il centrosinistra l'ha ottenuta nonostante una riforma elettorale pasticciata che avete voluto voi.
"La legge è la legge, e come tale va rispettata. Ma in realtà è una legge che si sviluppa in una logica opposta a quella del proporzionale. E' una legge maggioritaria, non adatta per il governo della complessità. E' bastato un giorno per verificarlo: grande maggioranza alla Camera, grande divisione nel Paese. La finzione giuridica non è sufficiente per superare e governare la divisione politica. Questa legge elettorale è formalmente proporzionale, ma sostanzialmente maggioritaria. (E' un maggioritario proporzionalizzato n.d.b.) Semplicemente, sposta l'effetto maggioritario dalla piccola dimensione circoscrizionale alla grande dimensione nazionale. La conta di base è proporzionale, ma il premio è maggioritario. La logica proporzionale, invece, avrebbe postulato anche un premio a sua volta proporzionale, e non lo scatto integrale di un superpremio per un solo voto".

Detto da lei fa un certo effetto. Tremonti non era forse un alfiere del maggioritario?
"Da dieci anni penso che il proporzionale sia meglio del maggioritario. E le spiego perché. Il sistema maggioritario deriva dal mondo anglo-sassone: qui prende il nome di 'first past the post', il primo dopo il palo. E già nel nome c'è il riflesso del mondo da cui viene. Una logica sportiva, un mondo tipo 'homo ludens'. E' il sistema ottimo per il governo di un mondo normale, in cui vivono società pacificate. L'opposto di quello che si vede in Italia dopo il voto del 9 e 10 aprile. E' per questo che considero giusto per l'Italia il sistema proporzionale, che è più baricentrato e consente il governo delle complessità. (L'avesse detto in campagna elettorale....! n.d.b.) E certo la complessità è la 'cifrà che domina la realtà attuale del nostro Paese".