10 aprile, 2006

Ore di tensione

Augusto Minzolini su La Stampa web 10/4/2006

Il premier «aiuta» la madre ed è bacchettato al seggio
«I dati dei votanti non sono male, si può sperare»


Almeno il Milan non lo ha tradito. Così ieri, uscendo dallo stadio dove i rossoneri hanno strapazzato il Chievo, Silvio Berlusconi era più sollevato. «Sono sereno - ha spiegato al cronista che lo attendeva all'uscita della sala Vip di San Siro -. Tutto quello che dovevo fare in questa campagna elettorale l'ho fatto. Anche di più. (Molto di più! n.d.b.) Non mi sono risparmiato. I dati dell'affluenza al voto di mezzogiorno non erano male, visto che si vota anche domani. Ora non resta che aspettare...». E su quelle parole il Cavaliere ha lasciato lo stadio con un sorriso che a malapena riusciva a nascondere la tensione di queste ore. E che tensione: ieri alle 6 del mattino, a due ore dall'apertura dei seggi, il premier ha tirato giù dal letto Guido Crosetto per chiedergli il quadro del Piemonte. E gli ha confidato le sue speranze.
«Non posso credere - si è sfogato - che alla fine gli italiani possano affidare il Paese a questa sinistra. Il problema, secondo me, se lo dovrebbe porre anche l'imprenditore che vuole votarli. Nel primo mese miliardi di euro scapperebbero all'estero. La gente comincerebbe a fare donazioni. Gli imprenditori bloccherebbero gli investimenti. Di fronte all'incertezza di una maggioranza divisa, che non sa cosa vuole, il Paese collasserebbe. Sono sicuro che alla fine l'Italia che ama riuscirà a vincere l'Italia che odia» (Commenta tu! n.d.b.). Appunto uno scenario fosco, di cui Berlusconi aveva parlato nei giorni scorsi al telefono anche con Umberto Bossi che ieri ha riportato quei pensieri nel suo inconfondibile stile: «Se vincono quelli bisogna scappare: come si può vivere in un Paese in cui c'è la famiglia omosessuale e ti tassano da tutte le parti».
Lui, il Cavaliere, invece, queste cose le ha dette solo in privato, ligio alla regola che impone il silenzio durante il voto. Il premier si è lasciato andare solo a una «gag» quando si è recato a votare insieme a mamma Rosa nel tradizionale seggio di via San Gimignano. Entrando nel salone ha, infatti, dato, tra il serio e il faceto, una serie di istruzioni alla mamma: «Mi raccomando: devi segnare con la matita una croce sul simbolo di Forza Italia». Il rappresentante dell'Unione nel seggio ha protestato: «Presidente, lei non può dare questi consigli». E Berlusconi ha sospirato ridendo: «Voi siete proprio l'Italia che non vuole bene. Non si può dare un'indicazione neppure a chi ti ha messo al mondo» (Cabaret puro! n.d.b.). Poi la giornata elettorale del Cavaliere è proseguita con un pranzo sempre con la madre in un ristorante del centro di Milano: «La Torre del Mangia».
Infine il passaggio a San Siro non prima di aver ricevuto la benedizione di mamma Rosa: «Silvio, vedrai che ce la farai». Quella di ieri per il Cavaliere è stata una giornata di passione. Ventiquattr’ore passate ascoltando le ultime dagli esponenti di Forza Italia che hanno monitorato il voto. «Abbiamo messo 40 mila rappresentanti di seggio - ha spiegato Fabrizio Cicchitto al premier -. Così tanti non li abbiamo mai avuti in passato». Ventiquattr’ore trascorse sperando. «Io penso - ha osservato uno degli esperti del marketing politico del Cavaliere, Mario Valducci - che ci sarà una grande sorpresa. I nostri andranno tutti a votare. Sono motivati». E, naturalmente, pensando e ripensando a queste elezioni il premier ha avuto una serie di «flash-back».
Nella mente del Cavaliere resta il rimpianto per non aver trovato un'intesa con i radicali. In questi giorni, a sentire i soliti bene informati che orbitano attorno a palazzo Grazioli, Berlusconi avrebbe avuto un contatto ravvicinato con Marco Pannella. Di certo c'è una certa attenzione che le Tv di Mediaset hanno rivolto alla Rosa del Pugno nell'ultima settimana: venerdì scorso, giorno di chiusura della campagna elettorale, gli unici leader che sono andati in voce sul Tg5 sono stati Berlusconi, Prodi e Emma Bonino.
Poi, sul versante opposto, c'è la speranza - un'altra ancora - che il mondo cattolico si mobiliti contro alcune proposte del centro-sinistra, a cominciare dalle unioni di fatto. Il premier continua a sognare che si ripeta un fenomeno simile a quello che diede la vittoria all'amico George W. Bush nelle presidenziali americane. (Bell'auspicio! Dovettero aspettare un mese per proclamare il vincitore! n.d.b.) E ieri è rimasto confortato dal racconto che gli ha fatto Lucio Malan, uno dei suoi esperti per la comunicazione politica. «Ho sentito - ha raccontato il senatore piemontese al Cavaliere - una trasmissione di Radio Maria che chiedeva ai fedeli una novena per chiedere alla Madonna di infliggere una pesante sconfitta nelle prossime elezioni alla coalizione che vuole distruggere i valori cristiani. E non credo che si riferisse a noi».
E forse nella testa del premier c'è anche il disappunto di non aver usato subito i toni forti come avrebbe voluto, invece di stare appresso alle colombe di turno. Addirittura, il suo «gran visir» Gianni Letta (Il Dottor Letta n.d.b.), a quanto pare, non avrebbe voluto neppure che il premier tirasse fuori la proposta di un'abolizione dell'Ici sulla prima casa. In altre parole in questa campagna Berlusconi di freni e di impacci ne ha avuti non pochi. Insomma, la vigilia del voto per il Cavaliere è stata un esame di coscienza prima del giudizio finale tra speranze e docce fredde. «Oggi - confidava ieri sera Osvaldo Napoli, deputato del Piemonte - è stato un susseguirsi di momenti di euforia e di depressione. A questo punto l'unica cosa che possiamo fare è portare la gente a votare e aspettare i risultati».