La lezione del cavaliere sulle Camere
Emanuele Macaluso su Il Riformista del 22 Apr
l primo appuntamento politico - le presidenze delle Camere - l’Unione si disunisce. La leadership rivela un preoccupante deficit politico e le furbizie non pagano, o non pagano sempre. Che Bertinotti si candidasse alla presidenza della Camera era noto: si era fatto anche il vestito d’occasione, e, come ha dichiarato senza essere smentito, si fondava su quanto aveva detto Prodi. Poi sono venute fuori le candidature di Marini al Senato e di D’Alema alla Camera. Ma se Ds e Margherita fanno gruppi unici e alle porte c’è il partito democratico, i due candidati appartengono alla stessa formazione. O no? E’ difficile non ricordare che Berlusconi volle, nel 1994, presidente della Camera la leghista Irene Pivetti, e nel 2001 Pierferdinando Casini, leader di un partito con il 3,4%? Il Cavaliere avrebbe più duttilità politica dei vecchi del mestiere Ds e Margherita? I giornali ci informano che Prodi avrebbe completato la rosa candidando D’Alema al Quirinale. Non ci posso credere. Era stato lo stesso Massimo a dire che per la presidenza della Repubblica occorre ricercare un’intesa con l’opposizione. E Prodi si era associato alla proposta. Qualcuno ha già dimenticato come sono andate le elezioni?
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